Assieme all’incubo terrorismo la grande emergenza umanitaria: il Corno d’Africa è infatti vittima della più grave siccità dagli anni ’50.
12milioni di persone coinvolte nella crisi alimentare; 3milioni e 700mila solo in Somalia: la metà dell’intera popolazione. Il più alto tasso di malnutrizione a livello mondiale.
Diversi fattori hanno contribuito a rendere la situazione particolarmente grave:
- una guerra ventennale che ha creato una delle maggiori popolazioni di profughi del mondo;
- la peggiore siccità degli ultimi sessant’anni (due stagioni consecutive di piogge scarse hanno reso il 2011 l’anno più secco dal 1950) che ha fatto precipitare la produzione agricola;
- l’aumento dei prezzi dei generi alimentari che ha reso troppo costose anche le poche provviste a disposizione;
- la crisi economica mondiale che ha fatto diminuire i fondi destinati alle organizzazioni umanitarie.
Secondo l’ONU, almeno il 75 per cento dei bambini somali malnutriti vive nel sud del paese, dove il governo di transizione combatte contro i miliziani di Al Shabaab, che se inizialmente avevano dichiarato di consentire alle organizzazioni umanitarie di entrare nelle zone da loro controllate, hanno poi negato tale intervento.
I NOSTRI INTERVENTI IN SOMALIA
L’Associazione Una Scuola per la Vita già opera in Somalia con progetti di cooperazione allo sviluppo nel settore dell’istruzione e della formazione professionale. L’Associazione ha quindi scelto di agire di fronte alla drammatica situazione della popolazione somala, organizzando un intervento umanitario di emergenza a partire del mese di agosto.
L’instabilità politica e la mancanza di sicurezza rendono le operazioni di soccorso in loco estremamente difficili, impossibili per un soggetto non appartenente alla comunità locale.
Le attività del progetto sono quindi realizzate dai membri del partner locale, l’Organizzazione di volontariato somala “Madina Warsame”, che si occupa della distribuzione in loco del cibo alle famiglie.
L’intervento si era posto l'obiettivo di fornire generi alimentari essenziali (riso – mais – fagioli – olio) per garantire un pasto al giorno per almeno un mese a 4.720 famiglie, composte da una decina di persone, soprattutto donne e bambini.
L’intervento ha riguardato due regioni della Somalia tra quelle maggiormente colpite dalla carestia: la regione del Basso Shabelle (distretto di Afgooye), sotto il controllo di Al Shabaab, e la regione di Galgadud (Gagon e Marergur), nel centro della Somalia, nonché uno dei campi profughi che sorgono a Mogadiscio.
Nel distretto di Afgooye sono stati distribuiti 225 q. di riso, 5625 l. di olio, 112,5 q. di mais e 112,5 q. di fagioli a 1500 famiglie (viveri sufficienti per 15 giorni).
Nei villaggi di Gadon e Merergur sono stati distribuiti 816 q. di riso, 18525 l. di olio, 370,5 q. di mais e 370,5 q. di fagioli a 2720 famiglie (viveri sufficienti per 30 giorni).L’emergenza in Somalia continua e continuano i nostri interventi a fianco della popolazione colpita.
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Specificando nella causale: emergenza siccità.